UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DELLA SALUTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

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Medici di famiglia la prima ricetta oggi è l’empatia

Messaggio Cei per la Giornata
19 Maggio 2022

Empatia, decisione, attenzione: sono i tre elementi che contraddistinguono la relazione tra pazienti e medici di famiglia. E proprio oggi, Giornata mondiale dedicata a loro indetta dalla Organizzazione mondiale dei medici di famiglia, l’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei ha pubblicato un messaggio in cui si sottolinea, fin dal titolo, l’'Empatia e umanità dei medici di famiglia'.

«L’empatia, nel rapporto tra medico e paziente, è uno strumento estremamente potente nel percorso di cura. Una relazione di fiducia sempre più piena viene considerata la via di accesso privilegiata per risultati clinici più efficaci », esordisce la lettera. «Il paziente cerca nel medico più di un meccanismo sintomo-cura; cerca e vuole un professionista capace di accogliere, ascoltare, capire, aiutare».

Sono qualità che la persona malata chiede ed esige a causa della sua condizione di vulnerabilità, alla ricerca di un conforto. «Ogni medico conosce pazienti che si rivolgono a lui con frequenza. Talora sono individui emarginati, stanchi, frustrati, privi di interlocutori. Quando la visita è un reale incontro del medico con la persona malata e i suoi familiari, nel quale si ascolta, si visita, si prende cura, si danno consigli oltre che farmaci, l’incontro diventa espressione di autentica solidarietà umana».

Il messaggio cita l’enciclica Fratelli tutti , in cui papa Francesco «ci esorta a fare nostro il modello del Buon Samaritano», per diventare, ciascuno di noi, «costruttori di un nuovo legame sociale».

Davanti al dolore, alle ferite sofferte dal prossimo, «l’unica via d’uscita è essere come il buon samaritano». Vivere indifferenti davanti al dolore «non è una scelta possibile; non possiamo lasciare che qualcuno rimanga 'ai margini della vita'. Questo ci deve indignare, fino a farci scendere dalla nostra serenità per sconvolgerci con la sofferenza umana. Questo è dignità». Il medico di famiglia – prosegue il messaggio – può avere questa attenzione, perché sa che il dolore isola le persone. «Quando una persona sperimenta nella propria carne fragilità e sofferenza a causa della malattia, anche il suo cuore si appesantisce, la paura cresce, gli interrogativi si moltiplicano, la domanda di senso per tutto quello che succede si fa più urgente. Ecco, allora, l’importanza di avere accanto dei testimoni della carità di Dio che, sull’esempio di Gesù, versino sulle ferite dei malati l’olio della consolazione e il vino della speranza».

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