Nella seduta del 16 ottobre u.s. il Ministro allo sport Abodi ha risposto presso la Commissione Cultura della Camera dei deputati all’interrogazione parlamentare presentata da alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle (on. Amato, on. Caso e on. Orrico) in materia di Iniziative per tutelare le persone vulnerabili ai rischi del gioco d'azzardo.
Il Ministro ha anzitutto voluto marcare la differenza sostanziale, oltre che formale, tra il gioco legale e il gioco illegale, e come “sia necessario investire su questo discrimine tutte le risorse disponibili al fine di contrastare l’economia criminale che opera anche attraverso la raccolta di scommesse sportive ed altri giochi in modo non regolamentato attraverso i servizi di concessione”.
Il secondo aspetto preso in considerazione è stato definito ancora più importante dal punto di vista sociale e riguarda “le attività di contrasto alla ludopatia che passano attraverso l’educazione, l’informazione, la cultura della misura che non è facilmente gestibile e lo registrano i numeri delle ricerche che sono emersi in tutta la loro drammaticità. Confermo l’impegno del Dipartimento per lo sport e i giovani ad avviare un confronto con l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) al fine di delineare un quadro normativo complessivo …”.
Ad avviso del Ministro il fenomeno della ludopatia deve “essere contrastato anche attraverso la regolamentazione e la tracciabilità dei giochi, prevedendo anche il contingentamento delle somme che ciascun individuo può spendere. E’ necessario tracciare un netto discrimine tra le scommesse sportive e i giochi d’azzardo che possono essere anche attività fisiche e digitali, come le slot machine, ed online come il poker online, che devono essere trattate in maniera distinta, come già avviene in altri Paesi europei…”.
Gli strumenti che offrono i maggiori margini di miglioramento e di efficacia che potranno essere misurati nel tempo, ha proseguito, “sono le campagne contro le dipendenze, in generale, e in particolare quelle contro la dipendenza da gioco ludopatico. A tale proposito è indispensabile organizzare, in collaborazione con le regioni e prevedendo il coinvolgimento degli enti e delle associazioni del territorio, campagne comuni di comunicazione contro la ludopatia mediante l’attivazione di progetti aventi un profilo sociale, che devono essere alimentate in parte anche con i proventi derivanti dalle scommesse sportive…”.
Secondo il Ministro “è necessario poi ripensare insieme le disposizioni del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87 (cosiddetto decreto Dignità) nella parte che vieta la pubblicizzazione tout court, di giochi o scommesse con vincite di denaro nonché il gioco d’azzardo”, al fine di consentire alla pubblicità di concorrere al contrasto dei fenomeni ludopatici oltre che all’affermazione delle tutele nei confronti del gioco legale.