UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DELLA SALUTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

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La lezione dei disabili sul senso della cura

Avvenire: è Vita, la persona e la cura
16 Dicembre 2021

di Francesca Di MAOLO
Presidente dell'Istituto Serafico di Assisi

Nel lungo percorso del Serafico di Assisi al fianco della vita più fragile abbiamo sempre avuto chiaro quanto valga un essere umano: in qualsiasi circostanza, nonostante il limite e la malattia. Un cammino iniziato con la grande intuizione di san Ludovico da Casoria, 150 ani fa, di offrire un’istruzione ai bambini ciechi e sordi, che non avevano accesso alla scuola, e proseguito fino a oggi per rispondere ai bisogni di salute delle persone con grave disabilità, che spesso non trovano risposte adeguate nei servizi pubblici.

La nostra missione a volte stride con la cultura dominante. A causa delle ristrettezze di risorse l’accesso ai servizi sanitari viene garantito in base ai risultati di salute che possono generare. È in atto una pericolosa deriva culturale, secondo cui 'l’inguaribile è incurabile', una conclusione è aberrante: dell’inguaribile ci si

può sempre prendere cura. Accanto ai nostri ragazzi abbiamo imparato che anche in un corpo immobile c’è un’anima capace di volare se c’è qualcuno al suo fianco. Dobbiamo guardare alla salute non come una sommatoria di funzioni biologiche ma come salute integrale. Ci si ammala anche per mancanza di lavoro, istruzione, relazioni, a causa della povertà e di un ambiente malato. Tutto è connesso. Prendersi cura delle persone più fragili non è mera assistenza, non è solo un atto di carità ma è prima di tutto una risposta di giustizia. È riconoscimento della dignità di una persona che ha diritto non solo di sopravvivere ma di vivere. Amore e giustizia sono inseparabili.

Il Serafico non è un’officina dove si ripara una parte malfunzionante di una macchina. Certo, ci occupiamo della disabilità e del limite, ma il nostro impegno va oltre. Ci sono tante barriere nell’accesso alle cure per le persone con disabilità che non sono soltanto le persone più svantaggiate ma spesso

anche le più dimenticate, perfino nei servizi sanitari. Quanto vale per noi un essere umano? L’iniquità nell’accesso alle cure è uno scandalo. Le disuguaglianze di salute dipendono dall’organizzazione della società e possono essere eliminate. Possiamo ritessere la nostra società solo con il filo della speranza, con gli occhi sulle piaghe dell’uomo ferito, che sono le piaghe di Gesù, mossi dall’amore che sorge spontaneo quando riconosciamo il nostro fratello, ma soprattutto con il coraggio che solo i più fragili possono insegnarci.

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