di Mauro Cozzoli, La bioetica senza confini di Henk Ten Have in Bioetica XXIX/1, 2021, 109-117
La bioetica di Henk Ten Have ha nella globalità la sua nota peculiare e determinante . Bioetica globale perché è diventata una disciplina mondiale e onnicomprensiva. Mondiale perché rivolta alle preoccupazioni bioetiche dell'umanità, non più ristrette a un Paese, a una regione del mon-do, a persone e gruppi sociali particolari. Onnicomprensiva perché non limitata alla protezione e promozione della vita dell'individuo ma della vita, del ben-vivere di tutti, in un mondo intercon-nesso e globalizzato. Come tale è una bioetica aperta: tiene conto dell’oggi dell’umanità e delle generazioni future, della biosfera, della biodiversità e dei beni comuni . In definitiva una bioetica senza confini.
Una bioetica d’impianto personalistico: un personalismo aperto e solidale
La bioetica di Henk Ten Have è una bioetica d’impianto personalistico, centrata sul bene pri-mario della persona e della sua dignità, riconosciuta in ogni individuo umano: «Tutti gli esseri umani condividono la stessa dignità e uguaglianza» . Un personalismo comunitario dunque, aper-to e inclusivo a raggio universale. Perché l’umano non è suscettibile di un più e un meno, l’umanità è la stessa in tutti. Fino a prendere le forme del cosmopolitismo, che della socialità rile-va e implica i risvolti politici su scala mondiale .
Un personalismo niente affatto autocentrico, perché la solidarietà umana non è confinata all’umano, ma è aperta a tutte le forme di vita. Comprensiva, come tale, degli habitat di vita e de-gli ecosistemi. Queste aperture, solidarietà, inclusività non sono forme accessorie ma costitutive della persona: ineriscono all’essere della persona. È questa ontologia alla base della dimensione globale della bioetica di Henk Ten Have e della sua imprescindibilità. Per cui la bioetica non può non essere globale. Dimensione questa che il fenomeno in atto della globalizzazione e delle sue sfide – dall’autore ampiamente richiamate e vagliate – mette chiaramente in evidenza e sollecita a considerare.
Una bioetica dunque ontologicamente fondata: radicata nell’ontos della persona-in-relazione. Una persona, un’idea di persona, non chiusa nella sua individualità, ma in relazione sociale con gli altri e solidale con tutta la biodiversità. Dove la relazione – lo ribadiamo – non è un elemento appositivo ma sostanziale della persona e del suo essere al mondo. Il co-essere (sociale e solidale) inerisce profondamente all’essere persona . È questa ontologia che muove la critica al neo-liberismo, da cui la bioetica è oggi insidiata e avvinta. Critica che attraversa tutta la bioetica di Henk Ten Have. Da questo ontos indivisibilmente personale e relazionale fluisce l’ethos della vita: il bio-ethos. Fluisce nella sua portata globale.