Qual è il movimento del Samaritano? Ferma la sua attività ordinaria e si avvicina a chi sta soffrendo. Per capire, ascoltare, condividere e farsi carico occorre anzitutto “andare”, scomodarsi: uscire. Un po’ quello che si è deciso di fare nella Pastorale della salute di fronte a una sofferenza nascosta eppure acuta come l’autismo.
Da martedì a giovedì prossimo l’Ufficio nazionale si mette in viaggio per tre giorni e va a incontrare chi il disturbo dello spettro autistico («e non solo», si fa notare) lo patisce in famiglia, lo accompagna clinicamente, ne fa oggetto di ricerca partecipe. A Genova il 28, Assisi il 29 e Lamezia Terme il 30 – con la decisiva collaborazione delle rispettive diocesi e dei loro vescovi Tasca, Sorrentino e Parisi – si manderà il messaggio che per sostenere la fatica e l’impegno strenui e fedeli che esigono le diverse forme di “emergenza” nella salute mentale di bambini e adolescenti (autismo in primis) bisogna mettersi insieme con chi si prodiga sui territori, spesso sperimentando un senso di solitudine e abbandono. È un gesto in sé piccolo – tre giornate di confronto scientifico, medico, assistenziale, pastorale, e anche politico – ma che sta a indicare dove in questa situazione di crisi denunciata da più parti si colloca la Chiesa italiana.
Il Papa l’ha ricordato una volta ancora ieri dopo l’udienza generale: «Ogni vita è sacra, ogni vita è inviolabile». Non un’affermazione per delimitare territori, ma per avviare processi. Anche mettendosi in viaggio. (F.O.)
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