UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DELLA SALUTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

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Il metodo e il merito

Invece un samaritano
2 Dicembre 2021

Temi nevralgici per milioni di cittadini – e per la coscienza di tutti – richiedono decisioni ad alto tasso di condivisione. Si incrociano nei prossimi giorni due vicende legislative accomunate dal vasto impatto sociale ma che per giungere a regole davvero universali rischiano di differire quanto al metodo. Entra infatti in vigore il 12 dicembre l’attesissimo Testo unico sulle malattie rare, approvato da entrambi i rami del Parlamento all’unanimità, nella consapevolezza dell’urgenza

di mettere lo Stato al passo di due milioni di malati, più le famiglie che si prendono cura di loro. Viene da dire: così si fa. Il giorno dopo, l’assemblea di Montecitorio inizia l’esame del testo base per dare forma di legge alle indicazioni della Corte cotituzionale sulla depenalizzazione in casi ben definiti del suicidio assistito. È la seconda norma italiana sul fine vita in poco tempo: la prima, quella sul biotestamento, fu varata il 14 dicembre di quattro anni fa, purtroppo con una determinazione finale a non recepire richieste di miglioramento che non le ha certo spianato la strada. E anche il nuovo testo rischia di

seguirne le orme – qualche compromesso accanto a punti nodali irrisolti – se non si riuscirà a limitarsi al perimetro della Consulta volendo aggiungere nella legge opacità eutanasiche. Questione di metodo: sulla vita umana e la sua irriducibile dignità meglio procedere senza lacerare il Paese. (èv)

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