UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DELLA SALUTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

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Il gesto della vicinanza

Invece, un Samaritano
3 Novembre 2022

Come stare accanto a un infermo? Pochi giorni fa, a un partecipante all’udienza a seminaristi e sacerdoti, a Roma per motivi di studio, che gli chiedeva il “segreto” dei suoi gesti, il Papa ha risposto con la consueta semplicità: «Una cosa che ho imparato dall’esperienza personale è che quando vai a visitare un malato, che sta male, non devi parlare troppo. Prendi la mano, guardalo negli occhi, dì due parole, e rimani così. Nell’intervento che hanno fatto a me, in cui mi hanno tolto una parte del polmone quando avevo 21 anni, venivano tutti gli amici, le zie, tutti a parlare: “Vai, vai ti riprenderai presto, parlerai, potrai giocare un’altra volta...”. Mi piaceva, ma mi stufava.

Un giorno è venuta la suora che mi aveva preparato per la prima Comunione, suor Dolores, brava vecchia, e mi ha preso la mano, mi guardava negli occhi e mi disse: “Stai imitando Gesù”, e non ha detto niente di più. Quella mi ha consolato. Per favore, quando andate da un ammalato non riempire di motivazioni di promesse del futuro. Il gesto della vicinanza parla più con la presenza che con le parole ».

Soffrire con chi soffre, condividere le lacrime, far parlare il silenzio con la sola presenza: Francesco raccomanda una vicinanza che impegna tutta la persona e non si accontenta di qualche buona parola. La relazione di cura richiede anzitutto una presenza autentica, che sa esprimere partecipazione a uno stato di sofferenza fisica e interiore. Si chiama condivisione. (èv)

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