UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DELLA SALUTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

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III Giornata Mondiale del Malato – 11 febbraio 1995

Leggi il messaggio di Giovanni Paolo II in occasione della Giornata
10 Giugno 1995

Dal sussidio per Sacerdoti
"I presbiteri abbiano cura specialmente dei malati e dei moribondi, visitandoli e confortandoli nel Signore" (P.O n.6). Molti sacerdoti avvertono disagio in questo impegno apostolico che li sveste della loro sicurezza e centralità e li mette a contatto con la loro povertà e impotenza. Spesso il Seminario non li ha sufficientemente preparati per questo tipo di ministero; tendono perciò a privilegiare quelle attività parrocchiali che risultano più gratificanti relegando ai dettagli di tempo la visita agli infermi. Chi però si rende disponibile e accetta la sua vulnerabilità diventa strumento dell'Amore di Dio accanto a chi soffre.

Dal sussidio per Adulti
Dio ha creato l'uomo con due occhi e due orecchie e una sola bocca, perchè spendesse il doppio del suo tempo a osservare e ad ascoltare e la metà a parlare. Purtroppo molti si comportano come se avessero tre bocche, un occhio e mezzo orecchio, stravolgendo le regole dell'anatomia.

Il nostro corpo ci invita a recuperare la centralità nei rapporti umani. Nessuno ha tanto bisogno di ascolto quanto colui che soffre: più si è fragili e insicuri, maggiore è il bisogno di confidarsi con qualcuno che sappia comprendere. L'arte dell'ascolto richiede sensibilità e un cuore educato: è una disciplina che si affina con il tempo, nella misura in cui si diventa consapevoli degli ostacoli che, da una parte, interferiscono con l'ascolto e, dall'altra, delle attitudini che lo promuovono.

Frequenti impedimenti all'ascolto sono: fretta, ansietà, superficialità, impazienza, giudizio, pregiudizio,distrazione, facili ricette, direttività, protagonismo.

Saper osservare - Il linguaggio del corpo è il primo strumento di comunicazione e la chiave per entrare nel cuore delle persone; e poichè più della metà della comunicazione è non verbale, occorre prestare maggiore attenzione a questo canale di espressione. Elementi della comunicazione non verbale da osservare sono: postura, volto, occhi, sorriso, vestito, gestualità, vicinanza o distanza fisica, contatto, stato di tensione o rilassamento fisico, tono di voce.

Saper ascoltare - Il vero ascolto ha tanti benefici: promuove l'autoconoscenza, riduce le tensioni interne,rompe il cerchio della solitudine, libera i propri sentimenti, chiarisce le decisioni, guarisce il cuore.
Il malato parla ai sani attraverso il suo comportamento, i suoi messaggi, la storia del suo dolore, il suo modo di fronteggiare l'avversità.
I sani sono chiamati ad ascoltare il "grido" dei sofferenti: "Ero malato e mi avete visitato, ero forestiero e mi avete ospitato, carcerato e siete venuti a trovarmi" (Mt 25,35).
Entrare nel loro cuore significa ascoltare i loro bisogni, sentimenti, dolori, le loro motivazioni e risorse, i significati delle loro parole e dei loro silenzi.

Saper rispondere - Nessuno possiede la risposta per il dolore del malato. Ma ognuno può contribuire alla sua crescita offrendo la propria capacità di osservazione, di ascolto e di accoglienza e portando alla luce le sue risorse interiori. "Non possiedo nè argento, nè oro, ma quello che ho te lo do" (At 3,6).

La Sacra Scrittura presenta un mosaico di itinerari da cui ricavare spunti per l'azione pastorale.
Alcune proposte:
- Gli amici di Giobbe: Gb 1, 11-13
- Il paralitico e i suoi aiutanti: Mc 2, 1-5
- I discepoli di Emmaus: Lc 24,13-35
- Gesù nel Getsemani: Mc 14, 32-42

- messaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II