Il 14 giugno si è tenuta la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue, un evento internazionale istituito nel 2005 per ringraziare i donatori volontari e per sensibilizzare sull’importanza di donare con regolarità. La presente situazione sanitaria ha influito negativamente sulle donazioni, poiché molti volontari donavano il sangue periodicamente nel contesto aziendale e ciò non è stato possibile a causa della diffusione dello smart working. Un iniziale monitoraggio del Centro Nazionale Sangue ha già evidenziato un calo del 3,4% delle donazioni, dovuto anche all’invecchiamento della popolazione italiana.
Quest’anno l’OMS ha affidato al nostro Paese l’organizzazione del “World Blood Donor Day Global Event” che si terrà a Roma, su iniziativa del Ministero della Salute, del Centro Nazionale Sangue e delle principali Associazioni italiane di donatori di sangue (AVIS, Croce Rossa Italiana, FIDAS e FRATRES).
Si tratta del primo evento mondiale legato alla donazione di sangue dall’inizio della pandemia; un’occasione significativa per ringraziare tutti coloro che hanno continuato a donare plasma e sangue anche in questi tempi segnati dalla paura e dall’incertezza.
La donazione di sangue è un atto cristiano significativo che ben realizza l’invito di Cristo a “dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13) e che ha trovato frequente apprezzamento anche nei messaggi del Santo Padre Francesco. Lo scorso anno, proprio in occasione della Giornata del Donatore, il Papa, ringraziando i volontari, ha definito la donazione “un atto semplice ma molto importante di aiuto al prossimo”. La donazione fa risplendere infatti quella gratuità del servizio che il Pontefice, nel messaggio per la Giornata del Malato 2019, ha definito “lievito dell’azione dei volontari che tanta importanza hanno nel settore socio-sanitario e che vivono in modo eloquente la spiritualità del Buon Samaritano”.