UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DELLA SALUTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

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Paolo Annunziato la dignità dei malati speranza di una vita

Testimoni. Morto a 62 anni
22 Giugno 2023

di FRANCESCO OGNIBENE

La volontà della famiglia di Paolo Annunziato, il malato di Sclerosi laterale amiotrofica morto nei giorni scorsi a 62 anni, è che sia ricordato sostenendo la ricerca per sconfiggere la Sla. Annunziato era noto ben oltre la comunità dei malati e delle loro famiglie come presidente della Biobanca nazionale Sla, istituita 4 anni fa, dopo essere stato direttore del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e presidente del Centro italiano ricerche aerospaziali (Cira), convivendo con la malattia. La sua scomparsa a pochi giorni dalla Giornata mondiale sulla Sla ha commosso chi lo conosceva per il suo impegno professionale, scientifico e umano, ricordato in particolare dall’associazione Aisla e dai Centri Clinici Nemo che, attraverso i rispettivi presidenti Fulvia Massimelli e Alberto Fontana, ne citano una frase divenuta celebre: «Non è vero che non esiste una cura per la Sla, occorre solo scoprirla».

Viene ricordato come uomo di scienza con una forte cultura del cambiamento e dell’innovazione, ma anche per il suo mettersi al servizio delle istituzioni, ponendosi sempre al fianco di ricercatori e clinici così da favorire le condizioni per aumentare le conoscenze sulla Sla. Credeva fermamente infatti nella necessità di intensificare gli sforzi con gli strumenti della ricerca per arrivare a una terapia efficace, convinto che il fine imprescindibile della scienza sia custodire e proteggere la dignità della persona e della vita. Paolo Annunziato ha costantemente incoraggiato gli altri malati infondendo quella speranza che in uno dei suoi ultimi messaggi descrive come la «forza che permette di continuare a lottare anche di fronte alle difficoltà ». Aisla e Nemo oggi ne rilanciano il messaggio proprio perché la sua speranza davanti a «una malattia inguaribile come la Sla oggi deve concretizzarsi in una presa in carico sempre più adeguata a garanzia e tutela della qualità di vita». Questi e altri concetti restano scritti nel suo libro L’amore al tempo della Sla con la prefazione del neurologo Mario Sabatelli.

Profondo il cordoglio della Fondazione italiana di ricerca sulla Sla (Arisla) che con il suo presidente Mario Melazzini esprime gratitudine ad Annunziato «per aver voluto mettere al servizio della ricerca scientifica sulla Sla la sua passione e il suo spessore intellettuale, che hanno contraddistinto la sua azione pubblica come promotore della ricerca e dell’innovazione in sedi e incarichi prestigiosi ». Egli «condivideva fortemente la fiducia e speranza nella ricerca scientifica e il suo generoso impegno è stato dedicato affinché i ricercatori avessero a disposizione sempre più strumenti per sviluppare terapie efficaci per contrastare questa malattia». Il Cnr si unisce al cordoglio tramite la presidente Maria Chiara Carrozza: «Le sue parole rimangono un punto di riferimento e di speranza per coloro che lottano contro patologie a oggi incurabili». Le parole più commosse arrivano da Aisla. Un congedo che è anche un omaggio: «Paolo è stato un dono per la nostra Comunità. Un esempio che continueremo a seguire. Paolo è una di quelle persone che portano con sé una luce così grande che nessuno mai potrà far smettere di brillare. E la luce di Paolo abbaglia. Per tutti noi affiancarlo è stato un privilegio immenso.

Continueremo questa nostra battaglia con meraviglia, coraggio e amore».

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